DESTATI

È passato quasi un anno da quando quella creatura immensa e terrificante ha fatto irruzione nel nostro mondo. Eppure, ogni volta che cala la notte, rivivo quell'istante come se fosse accaduto solo ieri. Nemmeno le stelle, che brillano nel cielo, riescono a dissipare completamente l’ombra che avvolge i miei ricordi: l'oscurità da cui era nato quell’Heartless.

All’inizio sembrava solo un temporale in arrivo. Nuvole grigie, dense e minacciose si erano radunate sopra di noi, formando una cupola scura che premeva sul mondo. Qualche lampo illuminava il cielo, ma la pioggia tardava a cadere. Poi, improvvisamente, un tuono ruggì con forza, e le nubi iniziarono a turbinare come se fossero risucchiate da un vortice invisibile. Davanti ai miei occhi increduli apparve un'enorme spirale oscura, dalla quale emerse uno sciame di creature dagli occhi brillanti e dorati. Caddero dal cielo, affondando nel mare… e lì si consumò l'incubo. Gli Heartless si unirono tra loro, pezzo dopo pezzo: prima una gamba, poi un braccio, infine un gigantesco torso sovrastato da una testa spaventosa, dagli occhi vuoti e luminosi come lanterne nella notte.

Gli abitanti dell’isola erano nel panico. Alcuni cercavano rifugio nelle proprie case, altri si affidavano disperati al mare, sperando di sfuggire al pericolo. Io ero lì, immobile sulla spiaggia, incapace di reagire. Non era solo la paura a paralizzarmi; era qualcosa di più profondo, un gelo che stringeva il mio cuore, perché sapevo che quella creatura non era giunta solo per distruggere il mondo. Era venuta soprattutto per me.

Il mostro avanzava lentamente, le onde crescevano con ogni suo passo, accompagnate da grida, tuoni e vento impetuoso. Quando ormai sentivo che tutto era perduto, qualcosa afferrò delicatamente la mia mano, infondendomi una forza inattesa. Mi voltai e vidi una figura insolita, ma rassicurante: aveva grandi orecchie tonde da topo, occhi gentili e un sorriso confortante.

«Non avere paura», mi disse con voce ferma e calma, «tu possiedi l’arma più potente di tutte.»

Quelle parole risuonarono profondamente dentro di me, raggiungendo il mio cuore e infondendomi calore e coraggio. Improvvisamente, nella mia mano libera, apparve qualcosa di straordinario, come forgiata da polvere di stelle: una chiave misteriosa, il Keyblade.

«Tu sei un custode», continuò la figura, «e il Keyblade ti mostrerà la via.»

La chiave sembrava avere una volontà propria; il mio braccio semplicemente la seguiva. Puntai l'arma contro il colosso oscuro che ormai aveva raggiunto la spiaggia. Dalla punta del Keyblade esplose un raggio di luce intensa, colpendo la creatura dritta negli occhi e accecandola.

«Ben fatto! Adesso è il momento, andiamo!»

Quel che accadde dopo fu incredibile. In sincronia, ci lanciammo entrambi verso il mostro, ognuno da un lato diverso, scalando rapidamente le sue braccia come fossero scale. Raggiunta la cima, il gigantesco Heartless riaprì gli occhi, fissandomi con rabbia, ma io non provai più paura. Dentro di me si manifestò un potente senso di giustizia, un dovere a cui non volevo né potevo sottrarmi.

Con un salto deciso, io e il mio compagno colpimmo simultaneamente la testa del mostro, attraversandone il corpo con un taglio netto e luminoso. La strana chiave nelle mie mani tagliò quell’ombra densa come burro, lasciando dietro di sé solo una scia nera che lentamente si dissolse nell’aria.

Atterrammo sull'acqua bassa, mantenendo l'equilibrio con agilità sorprendente. Mi sentivo cambiato: più forte, più rapido, come se avessi sempre saputo combattere. Dalle ombre scomparse, una piccola luce si accese, prendendo lentamente la forma di un cuore luminoso. Questo venne assorbito dal vortice oscuro nel cielo, che si richiuse su se stesso, disperdendo le nubi e permettendo alla luce del sole di illuminare nuovamente le Isole del Destino.

La figura dalle grandi orecchie mi sorrise ancora una volta, e io ricambiai spontaneamente, avvertendo che le urla si erano trasformate in silenzio, e le onde erano diventate una melodia rassicurante.

«La porta è ancora aperta», sussurrò con dolcezza, «ma non avere paura.»

Un portale luminoso apparve alle sue spalle. Prima di attraversarlo, la creatura aggiunse con voce sicura:

«Ricorda, tu hai l’arma più potente di tutte.»


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